Nella pratica medica è comune il riscontro di una massa congenita al collo, le anomalie tiroidee spiegano la maggioranza dei casi delle lesioni mediane della regione cervicale, la cisti del dotto tireoglosso è tre volte più comune delle cisti branchiali. La cisti dermoide è la seconda lesione più frequente nel collo, può spesso confondere il clinico, ma necessita di un trattamento chirurgico meno invasivo, quindi il medico dove possibile deve comprendere la storia naturale della cisti del dotto tireoglosso, non dimenticando gli aspetti ereditari ed embriologici al fine di diagnosticare e trattare correttamente questa cisti. La sua formazione è dovuta alla incompleta obliterazione del dotto tireoglosso che, dipartendosi dal forame cieco della base della lingua, accompagna la tiroide fino alla sua sede definitiva durante la discesa della stessa in epoca embrionale. Per la sua origine embriologica distinta tale massa si presenta solitamente in maniera classica come tumefazione indolore, di consistenza aumentata, sulla linea mediana e mobile durante la deglutizione. Altre manifestazioni comprendono la disfagia, fistola cutanea infetta e tosse.
Diagnosi radiologica: la diagnosi presuntiva del medico potrà essere confermata mediante la diagnostica per immagini che potrà dare informazioni in merito all’estensione della malattia e alla funzione del tessuto ghiandolare. Quest’ultimo fattore può essere indagato mediante la scintigrafia tiroidea, anche se la sua esecuzione è molto controversa, potrebbe ridurre il rischio dell’ipotiroidismo postoperatorio legato alla rimozione dell’unico tessuto tiroideo funzionante. L’ecografia o ultrasonografia è affidabile per distinguere la morfologia della cisti del dotto tireoglosso da quella di altre masse cervicali anteriori. Permette di valutare il parenchima tiroideo che se normale verosimilmente sarà anche normofunzionante rendendo di fatto superflua l’esecuzione della scintigrafia tiroidea. Questa procedura inoltre evita l’esposizione a radiazioni ionizzanti. Altre metodiche utilizzabili in seconda battuta sono la tomografia computerizzata (TC) e la risonanza magnetica (RM).
Trattamento: nel 1920 il Dottor Sistrunk descrisse l’asportazione della cisti del dotto tireoglosso comprendente la porzione mediana dell’osso ioide, ancora oggi rimane universalmente il trattamento di scelta che garantisce una buona amministrazione della lesione cistica. La soluzione chirurgica è spesso obbligata in quanto il 50% sviluppa infezioni ricorrenti, seppur rara è descritta la trasformazione maligna della cisti. Il fallimento della chirurgia nella gestione della masse cervicali anteriori del collo in genere è legato alla mancata asportazione del tratto mediano dello ioide, sarà quindi molto utile diagnosticare in epoca preoperatoria la presenza o meno di una cisti del dotto tireoglosso. L’intervento eseguito in anestesia generale prevede una incisione cutanea trasversale nel collo e la permanenza di un drenaggio in aspirazione per 2-3 giorni, arrossamenti locali e disturbi della deglutizione fanno parte del percorso post-operatorio.