La ghiandola parotide è la più voluminosa delle ghiandole salivari maggiori. Questa ghiandola può essere coinvolta da neoformazioni, che nella maggior parte dei casi sono di tipo benigno. La terapia è di tipo chirurgico e consiste nell’asportazione di tutta o parte della ghiandola al cui interno si trova il tumore. L’asportazione di una ghiandola parotide non causa problemi di ridotta salivazione, ma l’intervento è gravato da un importante rischio: la lesione del nervo faciale. La ghiandola è infatti attraversata dal nervo faciale (VII nervo cranico) e dalle sue diramazioni, questo nervo controlla il movimento di tutti i muscoli mimici di metà-volto. La sua lesione parziale può causare lievi deficit per lo più estetici, la sua sezione completa può invece avere gravi ripercussioni sia estetiche che funzionali, come l’impossibilità di chiudere completamente l’occhio o la fuoriuscita di liquidi ed alimenti durante l’alimentazione (incontinenza labiale).
L’intervento di parotidectomia deve quindi essere effettuato da chirurghi esperti, rispettando il più possibile il nervo faciale. Nonostante la grande esperienza e meticolosità del chirurgo è frequente dopo l’intervento di parotidectomia un lieve e temporaneo deficit di mobilità del volto.
Nel video potete vedere la dissezione del lobo parotideo superficiale (al di sopra del piano del nervo faciale) su cadavere.
E la successiva asportazione del lobo parotideo brofondo (al di sotto del nervo faciale).
Qui invece trovate la relazione presentata al Congresso Nazionale della Società Italiana di Otorinolaringoiatria svoltosi ad Udine nel maggio 2011, sulla gestione del nervo faciale nelle parotidectomie