Tumori del faringe in aumento per il sesso orale

HPV

Sono in aumento in Italia, soprattutto tra i giovani, i tumori della faringe e della cavità orale correlabili al virus HPV trasmesso attraverso rapporti di sesso orale.  Notoriamente i tumori del cavo orale e dell’orofaringe sono patologie rare legate a diversi fattori di rischio tra cui soprattutto fumo ed alcool. Fino all’80% dei pazienti affetti da cancro del cavo orale ha una storia di fumo alle spalle, il rischio di sviluppare questa neoplasia è 5-9 volte maggiore nei fumatori rispetto ai non fumatori. Un abuso combinato di fumo e alcool aumenta di 100 volte la possibilità di avere un cancro orale rispetto alla popolazione in generale. Il problema del papillomavirus o HPV già noto e controverso da decenni è tornato alla ribalta del pubblico dopo che Michael Douglas ha dichiarato di essersi ammalato di cancro alla gola proprio a causa di questo tipo di rapporti sessuali. Studi recenti hanno evidenziato che ben il 38% dei tumori dell’orofaringe siano attribuibili al virus HPV 16 e 18 trasmesso via sesso orale, così come il 15% dei tumori del cavo orale e il 21% di quelli alla laringe. Sono pazienti con meno di 55 anni, non fumatori, moderati bevitori, con diversi partner sessuali e con una migliore prognosi rispetto agli HPV negativi. Nei casi meno gravi, invece, il virus HPV può causare la papillomatosi delle corde vocali, una lesione precancerosa che si può curare tramite laser CO2. La presenza però del virus HPV nel cavo orale è molto frequente e di per sé non rappresenta una malattia, il brushing (passaggio di uno spazzolino) sulla mucosa orale può documentare la presenza dell’infezione virale. Come molti tumori anche quelli della bocca possono essere preceduti da lesioni precancerose che possono manifestarsi come ulcere o ferite che non guariscono spontaneamente, la diagnosi precoce delle stesse garantisce una cura tempestiva. Le lesioni neoplastiche del faringe sono di più complessa individuazione, per un esame completo è necessario eseguire una valutazione fibroendoscopica tramite un piccolo e morbido sondino introdotto in genere attraverso le fosse nasali, oggi la tecnologia NBI può aggiungere alcune caratteristiche alle lesioni eventualmente riscontrate.                                                     I soggetti con positività virale a livello genitale o anale hanno una probabilità elevata di avere il virus anche a livello orale, il consiglio della Società Italiana di Ginecologia ed Ostetricia, rivolto a chi pratica il sesso orale, è di sottoporsi periodicamente a un controllo dall’otorinolaringoiatra, in modo da cogliere l’eventuale presenza di lesioni cancerose e precancerose alla faringe o al cavo orale quando sono ancora a uno stadio iniziale. Un ruolo fondamentale lo gioca la corretta informazione, in molti casi i ragazzi non conoscono i rischi cui vanno incontro con il sesso non protetto o con il sesso orale, e per questo sono necessarie campagne informative mirate, una possibile soluzione per prevenire questo tipo di tumori, sarebbe dunque quella di estendere la vaccinazione contro l’HPV anche ai giovani maschi, mentre oggi è prevista solo per le ragazzine. Una comprensione più profonda della storia naturale dell’infezione da HPV orale potrebbe offrire un approccio più razionale per la valutazione del rischio individuale e per lo sviluppo di vaccini preventivi e terapeutici.

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